Mediementi

12 aprile 2007

Mondo silenzio e mondo rumore

Silenzio. Un’ imperturbabile quiete caratterizzava il taciturno Mondo Silenzio. Era un mondo operoso, gli abitanti si davano da fare, lavoravano, vivevano, ma erano immersi in una sottile coltre di quiete e di pace. Puo’ sembrare incredibile, ma era proprio così.
“E’ mai possibile litigare in silenzio?”, vi chiederete voi.
E io vi dico che sì, nel Mondo Silenzio era possibile.
E non c’era affatto bisogno di parole. Pensate alla vostra personale esperienza se non ci credete! Non sapreste riconoscere, anche solo dallo sguardo, se vostra madre o compagna o sorella fosse adirata con voi? Certo che sì! Vi basterebbe guardarla negli occhi, osservarne i movimenti, intercettarne i respiri.
Così accadeva nel Mondo Silenzio. Le liti ai semafori, le frasi d’amore, matrimoni, contratti, tutto avveniva con lo stesso sommesso mutismo.

Chiaramente il meccanismo, oleato alla perfezione da anni di collaudo, poteva funzionare solo all’interno di quel mondo particolare e unicamente tra gli abitanti del posto. Tanto che, gli abitanti stessi, erano convinti di vivere in un vero e proprio mondo, ignari del fatto che il loro era un Paese come tutti gli altri e che, al di fuori di esso, esistevano milioni di altri Paesi. Ma per mantenere la pace all’interno del Mondo Silenzio, a tutti gli abitanti era fatto divieto di avvicinarsi ai recinti che ne segnavano i confini ed erano previste severe punizioni per gli inadempienti.

La Famiglia Silenzio era una delle tante famiglie che abitava questo curioso luogo. In realtà, essi non avevano nomi – a cosa sarebbero serviti? – e paradossalmente, tutti nel mondo silenzio avevano lo stesso nome. Mamma, papà, Bambino e Bambina Silenzio, abitavano esattamente lungo il confine del Mondo. Un fiume azzurro come il mare, costeggiava il confine e faceva da recinto naturale alla casa della Famiglia.
I bambini Silenzio, erano come tutti i bambini che conosciamo, curiosi, vivaci (silenziosamente vivaci!), pertanto i genitori Silenzio, vigilavano spesso sul fiume, in quanto facile accesso al confine estremo, rigorosamente vietato.

La Bambina Silenzio, però, era innamorata di quel fiume. Ci immaginava, dentro, un mondo pieno di vita, silenzioso come i pesci, le stelle marine, le alghe. E come lei.
Una volta poi, dopo due giorni di ininterrotta pioggia silenziosamente scrosciante, aveva visto riflesso nel fiume un arcobaleno e si era convinta che in esso potesse esistere il “Mondo Colori”, dov’erano appunto i colori a riempire i vuoti lasciati dall’assenza delle parole. La bambina silenzio era molto sensibile. Ed estremamente fantasiosa.

Un giorno, quando al silenzio della pioggia era seguito quello del sole, la Bambina Silenzio, dopo aver diligentemente terminato gli studi, si recò al suo luogo preferito, al confine sul fiume. Sapeva che non poteva oltrepassarlo, i suoi genitori l’avevano più volte messa in all’erta sui pericoli della disobbedienza, ma lei non aveva alcuna intenzione di trasgredire alle loro raccomandazioni. Solo desiderava sedersi sull’erba umida e immaginare il Mondo Colori.
E così, una volta giunta al fiume, la bambina silenzio si sedette ai suoi fianchi, e incollò i suoi penetranti occhi azzurro mare, sul fondo del fiume azzurro mare.
Shhh.
Intorno, il silenzio.
Nella sua mente i pesci, i colori, le pinne, la ghiaia.
Intorno, il silenzio.
E ancora: le alghe, le rocce, i sassi nel fondo.
Intorno il silenzio.

Finchè…. SPLASH!
Rumore.
La Bambina Silenzio impietrì.
SPLASH, SPLASH!
Doppio rumore.
La Bambina Silenzio tese l’orecchio, inutile, disabituato, inetto ad interpretare quella voce del fiume.
SPLASH, ancora.
E lei vide. E capì.
Un sasso. Uno, due, tre sassi che dal fondo del fiume risalivano in superficie.
Una magia.
Non tanto la violazione della legge fisica, quanto il rumore. Lei l’aveva sentito. Nitido, netto…meraviglioso rumore!

Non potè più resistere al divieto noto. Allungò il braccio verso il circolo d’acqua che si era formato intorno ai sassi.
E allora fu davvero magia.
La Bambina Silenzio fu risucchiata dalle acque e catapultata dall’altra parte del fiume!

Di fronte a lei, uno spettacolo davvero curioso. Un bambino della sua stessa età la guardava esterrefatto e incantato, ma soprattutto, lo scenario intorno a loro era esattamente lo stesso che aveva abbandonato poc’anzi. Lo stesso fiume, le stesse case, gli stessi colori, ma tanto rumore!
Il fiume gorgogliava, gli uccelli cinguettavano festosi, il vento soffiava fortissimo, le persone urlavano l’una sopra all’altra e un cartello recitava: “Benvenuti al Mondo Rumore”.
Ora era finalmente tutto chiaro. Quello era inequivocabilmente un Mondo Rumore e qualunque cosa fosse il rumore, lei lo sentiva benissimo.

Finalmente il bambino del Mondo Rumore prese coraggio. E chiese:
“Come ti chiami?”
Silenzio
“Mi senti? Come ti chiami”
Silenzio
“Sei sorda?? Come ti chiami??”
La Bambina Silenzio portò il dito sul naso e lo guardò dritto negli occhi, zittendolo in un secondo.
“Vuoi che stia zitto??”
Lei fece cenno di no con la testa, indicò se stessa e rimise il dito sul naso, ma stavolta lo guardò dolce, benevola.
“Ah…silenzio. Tu ti chiami Silenzio”.
Lei fece cenno di sì con la testa.

Il Bambino Rumore, era sorpreso e incuriosito dalla sua nuova compagna di giochi e decise che l’avrebbe portata con se’ a scoprire tutti i rumori del suo mondo e che sembravano tanto estranei a Silenzio.
Lei lo seguì muta e benevola, così com’era abituata a fare nel suo mondo. Accondiscendente, ma sicura di sé.

I due bambini visitarono così il luna park e i suoi roboanti giochi, ascoltarono la musica provenire dalle casse, colpirono barattoli di latta vuota con pesanti palline e trascorsero un’intera giornata all’insegna del più chiassoso dei divertimenti. Il Bambino Rumore davvero non poteva immaginare un mondo diverso da quello ne’ capire come Silenzio potesse essere comunque una bambina felice senza avere idea di quante cose si potevano dire e ascoltare in una vita. Però quella bambina l’aveva attratto come una calamita e quel suo modo così muto di stargli vicino durante il giorno, l’aveva fatto sentire vivo, presente.
In una parola, silenzio sapeva ascoltare. E lui sentiva che nella sua assordante vita, nessuno lo faceva più.
Dal canto suo la Bambina Silenzio era stata proiettata in mondo nuovo, di cui aveva saputo godere le meraviglie.

Ma giunse l’ora di rientrare. Silenzio e il Bambino Rumore si incamminarono verso il fiume, fiduciosi che una nuova magia avrebbe ricondotto Silenzio a casa. Quando fu il momento di salutarsi, accadde una cosa insolita: il Bambino Rumore non aveva le parole.
Voleva ringraziare Silenzio per la giornata, per il tempo, per il modo, per il suo saper ascoltare, per il suo far ridere gli occhi, parlare lo sguardo, guardare con il sorriso.
Ma non seppe trovare le parole.
Fu allora che, magicamente, Silenzio parlò. “Grazie anche te”, disse.
E allungandosi verso il fiume, sparì. Lasciando al rumore, la sua miglior musica. Il silenzio.

01 giugno 2006

Si comincia!

Smine, questo è uno spazio per te, con il quale puoi descrivere una vita media, una mente media, la gente media.....e puoi anche scegliere di spiccare il volo, di inseguire finalmente il tuo sogno e di mostrare a tutti ciò che vali!

E' un regalo per te, perchè io so che tu, il tuo sogno, lo puoi realizzare!
Con affetto,

Daria